Prendete la classifica, gli obiettivi, il trend di risultati, i precedenti, la scaramanzia..: mettete tutto da parte. C’è il derby, il derby di Calabria, una storia a sé.
Quella partita che “si prepara da sola”, come si usa dire, notoriamente, in occasione di certe partite e si è ripetuto a Catanzaro, nei giorni scorsi.
Sembreranno frasi fatte (anzi, lo sono indubbiamente), ma è così. Cos’altro aggiungere, cosa dire, per caricare ulteriormente una sfida che vive di un’antica rivalità sportiva, sul piano emotivo? Nulla più.
Sì, il Cosenza viene da quattro punti in due partite, con un avvicendamento tecnico, e ci crede. Ci deve credere e si presenta al “Ceravolo” “non per il punto, perché non servirebbe a nulla, ma per vincere”: era normale che Pierantonio Tortelli si esprimesse in questi termini, alla vigilia (LEGGI QUI), anche per incoraggiare l’ambiente rossoblù.
E di rossoblù, tra poco, non ci sarà quasi nulla, se non gli addetti ai lavori e i protagonisti in campo, in uno stadio interamente tinto di giallorosso, tutto esaurito.
Ha i suoi motivi, oltre a quelli oggettivi, Fabio Caserta, per cercare quella rivincita che insegue e “regalare una vittoria alla città”, prima di ogni cosa (LEGGI QUI).
Assenti da una sponda e dall’altra (spicca quella di Artistico tra i Lupi, tra l’altro), ma le soluzioni non mancano di sicuro. In casa Catanzaro, il sistema ricalcherà sempre il 3-5-2, con un abito sostanzialmente consueto negli interpreti.
Non dovrebbero esserci quindi stravolgimenti nell’undici di partenza, allora. Davanti a Pigliacelli, il terzetto Brighenti, Scognamillo e Bonini. Sulle corsie, ecco Cassandro e Quagliata, con Petriccione ad orchestrare insieme a Pompetti e Pontisso.
In avanti dovrebbe essere ancora Pittarello il partner di capitan Iemmello. Calcio d’inizio alle 17.15, arbitrerà Ghersini di Genova.