Non è mai stato un tipo granché loquace, Luca D’Angelo, figuriamoci dopo una sconfitta, in casa, a suo dire ingiusta. Lo Spezia resta in terza posizione, sì, ma vede il Pisa allontanarsi e, dopo lo 0 a 1 patito contro il Catanzaro al “Picco” (primo ko interno stagionale) ora conviene guardarsi alle spalle.
Un inizio sugli scudi dei bianconeri, che hanno spinto sull’acceleratore per una buona mezzora, ma il tecnico non vuole sentir parlare di “foga”.
“Non meritavamo di perdere. Abbiamo creato tanto sia nei primi trentacinque minuti che per tutto il secondo tempo, seppur in dieci, collezionando tante occasioni per pareggiare – sostiene da subito l’allenatore dei liguri -. Fa parte del calcio, dobbiamo pensare alla prossima”.
Due pareggi e una sconfitta nelle ultime tre gare, sintetizzano lo “stop” dello Spezia, che ha vissuto una settimana non facile per via delle defezioni, tra acciaccati e reduci dall’influenza: “La squadra ha giocato lo stesso una grandissima partita”, sottolinea D’Angelo, nel rinnovare il ringraziamento ai tifosi per la vicinanza, specie dopo il fischio finale.
“Nella prima mezzora il Catanzaro è andato in grandissima difficoltà. Credevo ci affrontasse in maniera differente, con la linea più alta, invece ci aspettava molto basso. Insomma, per una decina di minuti loro hanno avuto un po’ più di possesso, com’era normale che avvenisse, ma non ricordo azioni, se non un tiro di Iemmello – osserva -. Anzi, anche in dieci abbiamo giocato costantemente nella trequarti avversaria, strameritando il pareggio“.
Amarezza e presa di posizione perentoria, dunque, sull’utilizzo del VAR, determinante nel revocare un penalty nel primo tempo e soprattutto nel rosso a Lapadulla, per il piede a martello su Petriccione: “Il VAR deve intervenire in relazione alla zona del campo in cui viene commesso l’eventuale fallo! Occorre valutare se un calciatore va a caccia della palla, in questo caso sulla linea. Quindi è normale che un calciatore possa entrare con foga – dice -. Diverso è se quel tipo di intervento avviene a metà campo. A due metri dalla porta vale tutto“.
“In Italia vi è una concezione del VAR totalmente errata, cioè, al minimo contatto vengono richiamati gli arbitri che commettono errori – aggiunge D’Angelo -. Ci sta che un calciatore entri in maniera disperata a due metri dalla porta! In Italia si fa un uso del VAR ‘drogato’. Ho anche avuto modo di parlare con l’arbitro La Penna a fine primo tempo, perché ha indirizzato la partita con un’ammonizione dopo sedici secondi! Dopo appena un quarto d’ora avevamo ben quattro ammoniti. Secondo me troppo fiscale”.
A fargli eco, le parole del portiere Leandro Chichizola, ai microfoni. “Siamo arrivati tante volte nell’area loro con tanti elementi, creando le occasioni per segnare ma, per una serie di circostanze, non ci siamo riusciti – osserva l’estremo difensore –, mentre a loro è bastato sfruttare quelle che hanno avuto. Ma va bene così”.
Una sconfitta che non scalfisce le consapevolezze dello Spezia, né del 35enne ex Parma: “A volte capita di meritare ma perdere, come oggi! Ma dobbiamo continuare con questo atteggiamento senza essere tristi – dice l’argentino -. Sarei preoccupato se vedessi una prestazione sottotono, ma se il migliore in campo del Catanzaro è il portiere, vuol dire che siamo arrivati spesso in porta! Ci abbiamo creduto fino all’ultimo, attaccando l’area anche con un uomo in meno, comandando noi nella manovra”.
“Dobbiamo continuare a crederci. Nonostante la sconfitta, siamo sulla strada giusta”, conclude Chichizola.