“Consapevolezza e piedi per terra”: la ricetta di Vivarini nel post-partita

Un’aquila, come tutti i predatori in cima alla catena alimentare, usa la sua tattica prima di attaccare.

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Talvolta vola silenziosa, senza farsi notare, prende tempo e aspetta il momento giusto prima di sferrare l’attacco, lanciandosi in picchiata. 

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Ecco, con le dovute proporzioni della similitudine, il Catanzaro questa sera ha seguito tutto sommato la stessa strategia: prendendo tempo, provando qualche sventagliata pur senza riuscirvi, ma mantenendo la lucidità, per poi liberarsi in volo, rapace, e fare dell’avversario un sol boccone. Avversario che, va riconosciuto, male non si era comportato fino al gol di Situm. Una delle sorprese di serate (poche, perché l’enormità del bagaglio tecnico individuale di questa squadra non stupisce più) è stato proprio il gol al debutto del croato, novità di formazione al posto di Tentardini, con conseguente dislocamento di Vandeputte a sinistra, sua corsia preferita (ed è palese la disinvoltura del belga su quella fascia).

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Sarebbero troppi i punti da prendere in esame, da analizzare anche con un giustificato entusiasmo: basti guardare i numeri impressionanti, con dodici gol in tre partite e zero subiti. Ma Vincenzo Vivarini, in sala stampa nel post-gara, si mostra come sempre cauto ed equilibrato, mettendo sotto la lente possibilmente gli aspetti da migliorare. A ciò si aggiunga che il Latina non aveva interpretato male l’avvio di gara, difendendosi con ordine e compattezza.

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E il mister a questo aspetto tiene: è facile trovare dei correttivi quando si perde; discorso diverso è notare delle lacune quando si è forse annebbiati dalle vittorie e dalla contentezza.  Per cui, è ineccepibile questa chiave di lettura del tecnico abruzzese: “Il Latina si è difeso con intensità, uscendo poco in aggressione e chiudendo i varchi, così abbiamo faticato a trovare profondità e spazi per arrivare a tirare in porta. Finché il Latina ha avuto energia, ha lavorato bene – analizza Vivarini -. Non abbiamo concesso occasioni da gol, è vero, ma c’era apprensione e paura di subire gol fino al 2-0 di Iemmello. Dobbiamo acquisire più sicurezza e avere pazienza in certi casi, facendo correre l’avversario per aprire gli spazi. E nelle difficoltà vengono fuori le individualità di giocatori di alto livello. Stasera festeggiamo ma c’è da rimanere coi piedi per terra, perché l’esperienza di questi anni insegna che il Catanzaro ha sempre avuto una squadra attrezzata, forte, ma le insidie del campionato sono infinite e bisogna restare umili, calcolando che le altre pretendenti sono attrezzate come noi”.

Menzione speciale per Situm e Verna (maturato non solo nel lavoro sporco) a parte, il timoniere dei giallorossi non distoglie il pensiero dal collettivo: “Per me i miei ragazzi sono i più forti del mondo – ammette quasi con una tenerezza paterna e rivolgendo un plauso a chi è subentrato a gara in corso, riuscendo ad incidere -. Dobbiamo far sentire tutti importanti, dando loro possibilità attraverso le rotazioni. Lo meritano tutti, per come si allenano e per quello che fanno nello spogliatoio. Il segreto è questo per arrivare bene alla fine – rivela -. Dobbiamo mantenere questo equilibrio di gestione e motivazione da parte di tutti, approcciandoci con umiltà come questa sera e migliorare nella consapevolezza e nella pazienza nei momenti in cui si lotta e la partita non si sblocca”.

“Ancora ci sono tanti aspetti da vedere – conclude Vivarini – come l’eventuale fase di difficoltà che ogni squadra può attraversare in un campionato e la nostra reazione alle avversità. Quando si perde si vede cosa migliorare, ma quando si vince non si dà attenzione alle cose negative e invece dobbiamo fare questo per arrivare agli scontri diretti più forti di ciò che siamo ora”.

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