Formazione e spirito d’aggregazione: svolto l’Open Day dell’US

Lo sport è quella palestra di vita che aiuta a forgiare il carattere delle persone. Il calcio, lo è.

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Ed è sport ovunque vi sia un pallone che rotola, da un campo in erbetta sintetica, ad una piazzetta, o al cortile sotto casa, fino alla strada. 

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Basta posizionare due borsoni o due bottiglie per fare i “pali” della porta e arrangiare una “sfera” con della carta appallottolata o addirittura, in ultima analisi, anche una pigna. Vale tutto, purché ci si diverta e pazienza se le scarpe nuove si rovineranno e se si farà ritorno a casa sporchi di fango o con le ginocchia sbucciate: la mamma farà un sonoro rimproverò, ma in cuor suo capirà.

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E conta relativamente imparare a stoppare il pallone d’interno, a colpire di testa o giocare nello stretto con due tocchi: è l’aspetto marginale. Ciò che importa, per un bambino che si approccia al calcio (e allo sport in generale), è confrontarsi nel nome dell’aggregazione, fare spogliatoio, incitare il compagno se si è in panchina o gioire insieme a lui dopo un gol. La tecnica, la tattica, vengono dopo. 

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Il sapore della sconfitta, l’emozione della vittoria, sono sensazioni che accompagneranno l’uomo per tutta la vita. 

Questi gli ingredienti alla base del lavoro di un tecnico che, con abnegazione e generosità, si occupa di formare un ragazzo, indipendentemente dalla fascia di pertinenza, che sia “Piccoli Amici”, “Pulcini”, “Primi Calci” o, via via, “Allievi”: conta l’aspetto umano, la persona. 

E l’US Catanzaro, mercoledì e giovedì, a proposito di formazione, ha aperto le proprie porte presso il campo “Runci” di località “Soluri” (nel quartiere Santa Maria di Catanzaro), accogliendo una nutrita truppa di aspiranti calciatori, nati tra il 2010 ed il 2014

Innegabilmente, il vivaio è alla base del lavoro di ogni club che, col tempo, può pescare tra i talenti allevati in casa propria e lanciarne qualcuno, offrendogli un futuro. 

Di futuro si è parlato, dunque, durante l’Open Day indetto dal Settore Giovanile dell’US. Una duegiorni di conoscenza, di promozione sulla storia della società e dello staff tecnico, di lavoro incentrato su tecnica individuale, esercizi con e senza palla e, immancabilmente, partitella a ranghi misti. 

Ma alla base delle attività, ribadiamo, la socialità, lo spirito di aggregazione, il fare amicizia e stare insieme, arricchendosi prima di tutto di sensazioni. Un’esperienza che i tanti ragazzini radunatisi al campo “Runci” porteranno nel proprio bagaglio umano, ancor prima che sportivo.

E chissà che un giorno, tra questi, non vi sia qualcuno che esulterà sotto la “Capraro”, con la maglia giallorossa. 

 

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