L’emozione di Ghion: “Contento di essere tornato”

Ricomincio da Ghion. No, non è la battuta estratta da un film del grande Troisi, ma la realtà – solida – di cui può far tesoro il Catanzaro. Perché se Petriccione si è rivelato un’arma in più da gennaio (e guai a chiamarlo “sostituto”), ora che il Giotto del centrocampo è tornato, Vivarini può tirare un sospiro di sollievo a maggior ragione.

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A Modena, Andrea Ghion ha nuovamente impugnato compasso e goniometro dopo oltre tre mesi, seppur alla ricerca della condizione migliore. Ma ci arriverà, serve solo acquisire confidenza col campo, perché la padronanza della palla, quel delizioso tocco, non potranno mai sbiadire.

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Sono contento di essere tornato dopo un periodo molto complicato dovuto ad un infortunio inaspettato ed evitabile – confida il play mantovano, il quale garantisce di sentirsi bene ora -. La squadra non ha perso la sua identità di gioco in questi mesi e, partita dopo partita, ha dimostrato di potersela giocare con chiunque”. 

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Alla base del lavoro quotidiano, il costante confronto con lo staff che il centrocampista non manca mai di aggiornare, come da lui stesso rivelato: obiettivo primario, allora, è ristabilire l’adeguata tenuta fisica e lo scampolo di partita del “Braglia” è servito intanto a restituirgli fiducia.

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Inizia da lì “il secondo tempo” della stagione di Ghion, che punta ad una chiusura in crescendo: “Venerdì mi sono sentito emozionato, volevo toccare il maggior numero possibile di palloni ed essendo un tipo molto autocritico mi è dispiaciuto perderne due o tre – ammette ai microfoni del Poligiovinoma ci può stare, dopo tanto tempo trascorso fuori. Servirà un po’ per riadattarmi”. 

Guardare i compagni da uno schermo, a distanza, mentre raggranellavano i punti dell’aritmetica salvezza, ha avuto quel misto agrodolce di gioia e dolore: la felicità dei risultati, associata all’amarezza di non aver potuto dare il proprio contributo. Non dev’essere stato facile, per giunta, assistere al derby del “Marulla” da lontano.

Tuttavia, sulle reali potenzialità del gruppo, Ghion non ha mai avuto dubbi: “Prima di tornare avevo detto al direttore Magalini che avremmo centrato i playoff, ne ero sicuro – sottolinea, svelando questo antefatto -. Adesso speriamo di migliorare anche la quinta posizione”.

Assorbito l’entusiasmo della trasferta di Modena, la Cremonese – forte ma ferita – bussa alle porte: “Sarà molto dura, si tratta di una squadra costruita per la Serie A – sostiene -, ma noi non siamo da meno. Dovremo avere la giusta intensità, con l’aiuto del nostro pubblico”.

Quel che è certo, è che con Petriccione non sorgeranno dualismi o “rivalità”, né ciò sfalserà gli equilibri della cerniera mediana: “Anche prima lottavo per un posto, poche squadre possono vantare un centrocampo del genere – osserva -. A mio parere siamo tutti forti. Il mister, con le sue rotazioni, ha fatto sì che tutti dimostrassero di poter meritare il posto da titolare. Sta a lui fare le scelte, io mi allenerò sempre al massimo”.

“Mi son trovato bene con Jacopo (Petriccione) da subito – continua -, siamo due giocatori tecnici, ho una grande stima nei suoi confronti. Vista l’importante carriera, da lui posso solo imparare. Non sono complimenti venduti a buon mercato, ma pensieri reali di un ragazzo giovane, umile, proiettato ad un futuro importante.

A proposito di futuro, il pensiero non può che volare verso il Sassuolo, la casa madre, che ne detiene il cartellino e dove Ghion dovrà far ritorno a fine torneo: “Sì, intanto tornerò a Sassuolo, ma nel corso del mercato tutto può accadere. Certo, la Serie A è l’ambizione di ogni calciatore”. La porticina su una sua eventuale permanenza, comunque, resta socchiusa. Vedremo.

 

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