“Più spada e meno fioretto”: Verna indica la strada

Ci sono capitani che non hanno la fascia al braccio, quei leader silenziosi che tengono unito lo spogliatoio e si sobbarcano il lavoro dei compagni, prendendo calci, sventando un attacco avversario o dettando il passaggio decisivo. Quei calciatori che trovi “lì, sempre lì, lì nel mezzo” come canta Ligabue alludendo ad Oriali in “Una vita da mediano“.

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E Luca Verna, la “vita da mediano” la conosce fin troppo bene. Passato da Calabro a Vivarini, in tre stagioni il centrocampista del Catanzaro è sempre stato tra le prime scelte, sia per l’undici titolare delle partite, sia nelle rifondazioni estive, post-campionato: Verna c’è sempre stato. E proprio perché Verna è uno dei punti fermi dell’US di questi ultimi anni, ha piena facoltà di esporsi in un bilancio, facendo il raffronto tra le precedenti due stagioni in giallorosso: “C’è una consapevolezza diversa rispetto all’anno scorso. Siamo ripartiti all’insegna di quella continuità tecnica frutto di quanto fatto ai playoff, ma ancor prima dal girone di ritorno. Questo è l’anno del ‘tutto o niente’ – sostiene con perentorietà nel consueto incontro con la stampa-. In un campionato equilibrato in vetta sappiamo di essere tra le favorite, ma è normale dopo un secondo posto e dopo una finale sfiorata. Sì, c’è consapevolezza ma non deve esserci una eccessiva pressione. Ad esempio, il punto colto a Cerignola è positivo. Certo, avremmo potuto vincere, ma una squadra matura trae il massimo dalle dinamiche di una partita e lì abbiamo fatto il massimo. La maturità sta nel riconoscere quando poter ottenere il massimo da ciò che si presenta”.

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A proposito della gara giocata in Puglia, domenica scorsa, il numero 8 passa in rassegna i momenti salienti del match: “Un pari su un campo difficile, in sintetico, dove tante squadre faranno fatica, va anche bene, dopo quattro partite in venti giorni – ammette-. Dovremo abituarci alle partite sporche fuori casa, forse serve una mentalità diversa, occorre usare più spada e meno fioretto in alcune situazioni. Tuttavia non dobbiamo snaturarci, dobbiamo impostare sempre il gioco, creando da dietro e arrivare alla fase di sviluppo con la costruzione e ciò lo avevamo fatto anche domenica, ma è mancata la giocata decisiva, a cui si aggiungono qualche imprecisione e alcune scelte sbagliate che non ci hanno portati alla vittoria”.

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Un po’ di rammarico, tutt’al più, per le ingenuità che hanno consentito all’Audace di tornare in partita: “Il gol subito praticamente al 90′ poteva mentalmente ammazzarci, però c’è stata una reazione emotiva, come se ci fossimo svegliati di colpo dopo uno schiaffo e la trovo una reazione positiva, perché vuol dire che la squadra c’è, ha carattere. L’avevamo sbloccata, ma ci siamo fatti trovare impreparati sul gol loro – continua Verna, preferendo sorvolare sulla dinamica del pareggio gialloblu-, dovevamo essere più svegli. A volte serve quel pizzico di furbizia e malizia che è mancata per vincere una partita alla nostra portata”. 

Ecco, il gruppo ha dato prova d’orgoglio e carattere, restando coeso e senza abbattersi dopo il gol: anche su questo aspetto si è lavorato e coloro che hanno vissuto le situazioni del passato, passando dalle ultime due disfatte playoff, possono far tesoro dell’esperienza. In tal senso, il calciatore dell’US rivela quanto sia stato importante promettersi, fin dal primo giorno di ritiro, di non incappare in una falsa partenza come lo scorso anno.

Un Verna per certi versi “nuovo”, reinventato, migliorato nel palleggio, non più spaccalegna della mediana ma calciatore deputato all’impostazione: “Con Calabro io facevo la mezzala di inserimento, più di incursione che di costruzione. Mister Vivarini – suo conterraneo- giocando in un altro modo, mi ha convinto a fare altro. Io all’inizio ero scettico, mi ero sempre visto un giocatore diverso, ma devo dire che a ventinove anni sto cambiando, così come Gattuso mi aveva cambiato nella mentalità e nel metodo – confessa-. Alla soglia dei trent’anni Vivarini mi ha dato la consapevolezza di andare oltre nel lavoro, mi sto applicando e spero di migliorare. Mi piace”. Quindi, entra nel dettaglio: “Per me è stata una sfida, ogni persona deve ricercare nuovi stimoli nella vita. Calabro mi aveva definito ‘operaio‘? Vero, è la mia natura, nasco con le caratteristiche della sostanza e della quantità, ma trovare un allenatore che ti convince di imparare altro, è una motivazione che serve nel percorso di un calciatore”, afferma Verna, secondo il quale, a proposito di stimoli, in una rosa così ampia e forte, la concorrenza fa solo bene. 

Sabato al “Ceravolo”, di scena il Messina. Sulla carta l’occasione per poter riprendere la corsa, ma Verna è cauto: “Una squadra reduce da un avvio non facile, che lotterà guidata un allenatore che conosce la piazza, perciò dobbiamo aspettarci la stessa partita di Cerignola – avverte-. Il Messina lotterà su tutti i palloni e serviranno calma e pazienza qualora non dovessimo sbloccarla subito, perché abbiamo visto che, poi, si creano spazi e possiamo indirizzare la partita dalla nostra”.

Infine, la risposta più importante: Mai pensato di andar via da Catanzaro! Con la società vi era già la voglia di continuare l’avventura e stiamo per rinnovare il contratto – annuncia, al termine della conferenza stampa-. In Lega Pro, in questo momento storico, è difficile trovare una società più ambiziosa del Catanzaro. C’è tutto per rimanere qui”. 

 

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