Poche ore al derby, gli UC caricano la squadra

“Partite che si preparano da sé”, si dice. E noi, non a caso, avevamo titolato ieri “non abbiam bisogno di parole” (LEGGI QUI), proprio a porre l’accento su quanto superfluo sia aggiungere qualcosa a margine di sfide del genere, cariche di fascino e adrenalina a priori.

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Quelli che saranno interpreti nel campo, tra l’altro, avranno il dovere di mantenersi lucidi e distaccati, sforzandosi di accantonare – per quanto possibile – la tensione.

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A dare la carica, però, coloro che comporranno la cornice – più bella – di questo derby: il tifo organizzato. Come era inevitabile che fosse, alla vigilia di Cosenza – Catanzaro, in occasione della seduta di rifinitura, gli UC 1973 chiamano a raccolta il popolo giallorosso a gremire i gradoni del Poligiovino, per incitare la squadra e infondere quell’enfasi motivazionale che potrà costituire l’arma in più.

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Quelle parole pronunciate dal megafono, dunque, pregne di sentimento e passione, si sono “iniettate” nelle vene dei calciatori, schierati in silenzio, commossi, dinnanzi ad una gradinata piena di vessilli.

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L’impianto del quartiere marinaro diventa “succursale” del “Ceravolo”, dove albergano gli animi dei supporters, indomiti, innamorati follemente delle Aquile.

Il derby è iniziato.

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