Zeman dal “Ceravolo”: “Buona prova, ma potevamo gestire meglio”

Zeman Pescara

Lucido, conciso, secco. I nomi dei calciatori giallorossi, acclamati agli altoparlanti in un “Nicola Ceravolo” in festa, quasi sovrastano la voce di Zdenek Zeman, qualche metro più in là, ai microfoni in mix zone.

Negro Carburanti

Il tecnico boemo, da molti ritenuti uno dei maestri del calcio a trazione nazionalpopolare, entra di diritto nella storia di questo campionato, per essere stato il primo a portar via qualcosa da Catanzaro

banner-placanica

A conti fatti, il suo Pescara si è ben disimpegnato, conducendo nel risultato (e nell’iniziativa) per larghi tratti. Il 2-2 finale sa un po di beffa per come è maturato (tenendo conto che l’arbitraggio di Maria Marotta di Sapri ha scontentato tutti), ma non si può non tener conto dell’ottima prestazione del Delfino, che si candida ad essere una delle squadre più accreditate per i playoff.

banner Mordì

genius

“Alla luce della difficoltà della partita e della qualità di un avversario che ha demolito il campionato, abbiamo fatto bene ma potevamo fare meglio – dice Zeman, ai microfoni delle emittenti abruzzesi – Avremmo potuto gestire meglio, ma abbiamo perso riferimenti alla fine dei due tempi, il centrocampo doveva giocare “insieme” e costruire per gli attaccanti”, analizza l’allenatore del Pescara, il quale ha dovuto fare i conti con l’uscita immediata di Palmiero per un guaio all’adduttore.

“Qui a Catanzaro nessuno ha fatto punti e ci sono tante possibilità di perdere, è vero, ma potevamo farne due in più – continua Zeman -. Conta la prestazione, il fatto che la squadra non abbia aspettato gli avversari cercando di giocarsela. Anzi, i ragazzi hanno voluto il risultato e lo hanno ottenuto”, sostiene il boemo, i cui piani sono stati pregiudicati dal forte vento, sebbene il Pescara abbia cercato di costruire palla a terra col vento a favore. 

Tifosi Pescara

“Peccato per il rigore? Non ho visto l’azione, quindi non posso giudicare – conclude -. Più che altro è un peccato sempre quando si pareggia all’ultimo”.

 

 

P